giovedì 31 maggio 2012

Le porte della Notte

Le porte della Notte - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley
Siamo i guardiani delle porte della Notte.
Doganieri crepuscolari, sorvegliamo il passaggio delle potenze dell' ombra e di quelle del giorno, spiamo gli spostamenti del mistero. Limitiamo i flussi migratori clandestini della luce nelle tenebre e, viceversa, delle tenebre nella luce. Da noi dipende il giusto e il necessario equilibrio tra l'armonia e il caos, il senso e il non senso.
Frequentiamo le creature dell' abisso, tutte quelle che l' uomo non vede, ma che percepisce con terrore: fantasmi, lemuri, succubi, titani, demiurghi e demoni d'ogni specie. Spiamo anche i mostri della mezzanotte, ghul demoniaci, vampiri, lupi mannari, gnomi, folletti e spiritelli che seminano il panico tra i piccoli bipedi, si nascondono sotto i letti o sul fondo degli armadi o negli angoli dei corridoi scuri. La nostra sorveglianza non conosce liminti. Noi vediamo anche quegli esseri improbabili che si spostano ai confini del campo visivo, le innominabili entità geometriche che trovano rifugio all'incrocio di spazi e luoghi insensati, e tutti gli invisibili predatori, travestiti da oggetti banali o famigliari.
Su questo emisfero oscuro del reale, vivono i popoli della notte. Noi conosciamo i loro geroglifici e il loro sanscrito. La legge è semplice e non conosce infrazioni. Si devono rispettare scrupolosamente i privilegi e le prerogative dei sovrani dell'ombra.
E' soltanto a questa condizione che possiamo condurre a buon fine la nostra missione di intermediari e di intercessori, ma anche messaggeri tra i due mondi.
Ebbene da tempo gli uomini rifiutano e si fanno beffe di queste regole ineluttabili. Gli abitanti della notte hanno diritto di cittadinanza solo nei giornali per bambini o in film dell' orrore piuttosto volgari. I territori del sogno o della trance sono esplorati soltanto dai vanitosi saltimbanchi della psicoanalisi, che li osservano con freddezza, ben al riparo nella loro nicchia.
Le grandi feste e cerimonie notturne di un tempo, baccanali, saturnali, orge sacre, sono state rimpiazzate dalla folle tristezza dell' alcolismo solitario e dalla catatonia delle droghe pesanti. Le grandi eruzioni degli incantesimi erotici abbandonate a vantaggio di un grigio, ripetitivo e catarroso commercio pornografico. La morte, questa grande signora che un tempo giungeva nelle case con il suo bel carro stridente e l'orchestra di scheletri grinzosi, anche la morte è obbligata a scivolare furtivamente nei corridoi degli ospedali o nelle sale dei reparti di pronto soccorso. Taluni arrivano fino a negare la sua necessità onnipotente e a contestare la sua sovrana presenza nel mondo, congelando la loro carcassa in frigoriferi ben sigillati.
L' uomo rifiuta l'obolo ai folli, ai veggenti, ai santi, ai dementi, ai fantasmi.
Rinchiude tutto ciò che non riesce a capire nelle istituzioni psichiatriche e sotterra ciò che lo turba sotto montagne di ansiolitici e neurolettici.
Si crede assai più logico e ragionevole mentre è soltanto più cieco; si crede assai più sapiente mentre è soltanto più ottuso. Poichè manda dei satelliti nello spazio, pensa di avere ampliato le sue conoscenze, mentre ha solo ristretto e impoverito il proprio campo di esperienza. Poichè si è consacrato al pragmatismo e all' utilitarismo, si crede più ricco, quando invece ha perduto il solo vero tesoro che è la poesia delle cose.
E noi, guardiani delle porte della Notte, presto apriremo l'antico e grande passaggio tra i due mondi, affinchè il popolo delle tenebre piombi su questi bipedi vanitosi e perpetuatori del male.

Il compagno di Lilith

Il compagno di Lilith - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

La prima donna, quando ancora Eva non era nata, fu Lilith, la pura, l'impenetrabile, la ribelle, senza macchia e senza paura, che rifiutò di sottomettersi all' uomo; lei, l'eterno femminino, la luce tenebrosa, l'invisibile visibile, la cui insostenibile bellezza non fu mai celata, rimanendo pur sempre indecifrabile.
Eva, la docile sposa, la casalinga compiacente e sottomessa, possedeva come armi la furbizia e la menzogna. Per questo fu una discepola esemplare del Serpente.
Quando si sottrasse alle fredde esigenze del Verbo e dei Principi, Lilith, l'incontrollabile, l'imprevedibile, la vergine selvaggi e convulsa, la sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il gatto.
Sempre indomabile Lilith continua a guardare con sospetto e diffidenza il genere umano. Ma ci manda i suoi amici gatti che ci sorvegliano con attenzione e le riportano scrupolosamente ogni nostra azione e tutte le nostre gesta.

Il Paradiso

Il Paradiso - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

All' inizio della sua storia, la specie umana, per colpa propria, venne esiliata dal Paradiso.
Per generazioni, gli uomini, oppressi, si lamentarono, supplicando il cielo perché venisse loro restituita la felicità sottratta. Tentarono spedizioni estenuanti ai confini della terra, affrontarono mille pericoli, ma invano: le strade che conducevano al Paradiso erano semplicemente scomparse, immerse nelle tenebre più impenetrabili. Non restava che rassegnarsi alla sofferenza, alla miseria, alla vecchiaia e alla morte.
Ma i figli degli uomini non rinunciarono così facilmente.
Un giorno, si presentò un giovane dotato di un'intelligenza particolarmente perspicace, sottile e tenace. Egli sapeva che quando l'uomo era stato esiliato dal Paradiso, ne erano state espulse anche le altre creature che non conoscevano più né pace né tregua nella loro lotta per la vita. E poiché tutte erano state colpite da amnesia  non erano più in grado di ritrovare il cammino che li avrebbe condotti al Giardino delle Delizie. Un grande sconforto opprimeva tutti i cuori. Un solo animale era riuscito a sottrarsi a questa sensazione universale: il gatto.
Quando le diverse specie erano state gettate neel' ombra e nell' orrore, i suoi occhi che penetrano e dissipano le tenebre più fitte, gli avevano permesso di vedere tutto ciò con precisione. Solo lui dunque conosceva la via. E questo prezioso sapere veniva trasmesso a tutti i gatti, al momento della loro nascita.
Il giovane che con tutte le sue forze aspirava a ritrovare la strada della beatitudine, divenne il compagno fedele di un gatto che, dopo molte obiezioni ed esitazioni, acconsentì a fargli da guida.
"Il viaggio rischia di essere molto faticoso e, forse, fatale..." disse il felino. "Non so se un cucciolo d'uomo abbia la resistenza e il coraggio necessari..."
Ma il giovane insisté così tanto che il gattone accettò, e condusse il suo amico lontano dal villaggio natale, fuori dalle strade segnalate dalle carte geografiche. Raggiunsero assai presto i confini di un deserto che avrebbero dovuto attraversare. In quell' immensità incandescente e desolata, le provviste dei due compagni di viaggio si esaurirono rapidamente. Il felino sapeva come sopravvivere sfruttando le proprie riserve e la sua andatura non cedeva. Ma l' uomo, assetato e affamato, ormai allo stremo delle forze, procedeva a fatica vacillando.
D' improvviso all' orizzonte apparve un paesaggio meraviglioso dove abbondavano giardini ombreggianti, frutteti splendenti, laghetti con acque cristalline e favolosi palazzi.
"Ecco dunque ricompensati i nostri sforzi" giubilò il ragazzo "Sicuramente ciò che vediamo è l'inizio del paradiso!"
"Non agitarti" disse il gatto. "Ciò che vedi è soltanto un volgare miraggio."
Il cammino riprese sempre più massacrante e il giovane credette mille volte di soccombere o impazzire.
Giunsero infine ai limiti di una fitta e buia foresta, dove i due compagni di viaggio poterono riposare unpo' e rifocillarsi, grazie al felino che riuscì a catturare qualche piccione paffuto che poi fece arrostire su un fuoco di ramoscelli. Ripresosi almeno in parte, il ragazzo seguì la sua guida attraverso l'inestricabile dedalo di rami, alberi e rovi, dove si nascondevano ogni sorta di animaletti viscidi, velenosi o urticanti. Ma la sola presenza del gatto bastava a scoraggiare le loro intenzioni agressive. Sotto le pesanti fronde degli alberi, l'oscurità diventava sempre più fitta e soltanto il gatto poteva distinguere con precisione le forme. Giunti al centro della foresta, apparvero mostri di volta in volta più strani e orribili, che vagavano in una atmosfera crepuscolare torva e minacciosa. Le loro danze selvagge, i loro gesti frenetici, le loro zanne bavose e sanguinanti, i loro infiniti occhi rossi e infuocati impressionarono il ragazzo che sentì il cuore sobbalzare e le viscere contorcersi.
"Non avere paura" disse il gatto. "Non guardarli nemmeno. E' solo la tua angoscia che li rende simili a mostri reali. Smetti di temerli e vedrai che scompariranno"
Il giovane ascoltò i consigli del felino e i due poterono così continuare il viaggio.

(mio commento: vista l'estenuante lunghezza del racconto che più scrivo più mi viene voglia di non aver mai iniziato, ho deciso di fare un breve sunto di quello che succede visto che mi sembra che l'autrice usi troppe parole per descrivere fatti brevi di per se)

// I due compagni si trovano di fronte ad un drago, il ragazzo prova ad ucciderlo pensando che così facendo sarebbe potuto arrivare al Paradiso. Non ci riesce e ha bisogno dell'aiuto del gatto che gli dice cosa fare. Il percorso però non è terminato e i due si trovano davanti ad una montagna che scalano con grandissima fatica. //

(Ecco vi ho risparmiato più o meno due pagine di narrazione)

"Allora, ci stiamo avvicinando alla meta?"
"Io ti ho lasciato salire, piccolo uomo, e ti ho anche accompagnato, ma questa montagna non conduce in Paradiso. Questa cima segna soltanto il punto più alto del tuo orgoglio e della tua fatuità... Adesso, se possiedi il coraggio che dici di avere, seguimi sulla pista degli uragani..."

// I due cavalcano i venti e vengono depositati in una città piena di gioia e di feste. //

"Ebbene" disse il ragazzo "non siamo ancora in Paradiso?"
"Siamo nella città della gioia, ma non ci troviamo ancora in Paradiso. Ogni felicità ha un inizio e una fine. Il Paradiso invece è fuori dal tempo."
La tappa seguente li condusse ai margini di un abisso. Un angelo dall' atteggiamento minaccioso se ne stava di guardia. I viaggiatori furono obbligati a spiegare le ragioni della loro presenza.
"Vedete bene" borbottò l'angelo "che al di là di questo abisso non c'è niente. Tanto peggio per l'imprudente che varcherà questa soglia!"
"Questo angelo" mormorò il gatto all'orecchio del suo discepolo è un bugiardo e un paranoico. Andiamo, seguimi!"
Il felino saltò nell' abisso e il suo compagno di viaggio lo seguì.
Nel medesimo istante, i due amici si trovarono nel villaggio natale del giovane, proprio nel luogo da cui erano partiti. Il piccolo uomo capì allora che il paradiso era sempre stato lì e che quel luogo era fuori dal tempo, evidente e visibile come il naso in mezzo alla faccia, perchè collocato al suo interno e non altrove.
Il gatto disse ancora:
"E' proprio perchè gli uomini cercano in ogni modo e forsennatamente di andare dove già sono che si credono esclusi dal Giardino delle Delizie..."


Il silenzio degli angeli

Il silenzio degli angeli - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

Quando il Supremo ebbe creato l'immensa orchestra degli angeli, si dovette procedere a una selezione molto delicata, al fine di utilizzare i musici celesti al meglio dei loro rispettivi talenti.
I serafini e cherubini - considerati la più alta espressione della gerarchia angelica - pretesero di dominare con la loro musica le sfere superiori. Altri si sparpagliarono nello spazio, falangi luminose, per cantare eternamente tra il grande sciame delle nebulose, raccogliendo il nettare nel vuoto interstellare. Taluni arcangeli, di umore guerriero e di natura selvatica, lasciarono libero sfogo alle loro percussioni vociferanti e alle loro voci squillanti e selvagge nel cuore di maremoti, terremoti,

(mio commento: ecco non potevano rimanere nelle loro belle sfere celesti almeno questi?)

tornad e tuoni. Molti formavano fiammelle incandescenti, per cantare la gloria del Signore, diffonderne la lode e celebrare il suo splendore fino ai confini del non essere.

(mio commento: chi è questo, Parmenide?)

Alcuni di loro, più modestamente, scelsero le melodie del tempo che scorre, i ritornelli della pioggia e della brezza, lo sciabordio delle onde, il ticchettio dei granelli sulla sabbia, la soave melodia felpata dei fiocchi di neve nel corso dell'inverno, il crepitio della brace e il fischio dell'acqua che bolle nella teiera.
Ci furono anche angeli che presero i loro violini per intonare il triste canto della sofferenza universale, il pianto delle madri, il gemito dei reprobi e le grida dei perseguitati.
Alcuni angeli sbarazzini e un po' birbanti chiesero di dare voce al riso dei bambini. Altri ancora attribuendosi il titolo di angeli custodi composero la melodia delle coscienze, il valzer ritmato del bene e del male.
Un certo numero di angeli, tuttavia, sembravano chiusi in uno strano mutismo.
"Quale spazio volete dunque?" chiese loro il Supremo.
"Quello che si trova tra le note. La musica del silenzio..."
L' Eterno li mandò sulla terra , sotto forma di gatti; le loro ali si aprono in tutta la loro grandezza ogni notte, quando nessuno sguardo umano può sorprenderli.

La notte

La notte - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

Una notte oscura e fitta minacciava di scendere sulla terra. Era una di quelle notti terribili, senza luna e senza stelle, assoluta, un abisso senza fine.
All' avvicinarsi di una tale calamità, gli animali delle foreste e delle pianure si riunirono a convegno.
"Ahi noi!" gemettero in coro tutte le piccole creature dei campi: insetti, rane, lumache, lucertole. "Che disgrazia! Che terribile disgrazia... Saremo preda di spettri, silfidi, vampiri e di tutti i demoni e gli orchi che vagano nelle tenebre a caccia di vittime innocenti."
"Io" disse l'elefante, poco convinto "calpesterò tutto al mio passaggio."
"Quanto a me" continuò il serpente "mi lascerò ondeggiare, mi contorcerò, e striscerò via..."
Ma gli mancava il coraggio.
"Peggio per lei" mormorò il ragno. "Io tesserò una tela talmente inestricabile che persino la notte più nera ne rimarrà intrappolata."
"Noi sibilarono le zanzare "pungeremo a caso l'oscurità, scaveremo nella sua pelle e la tormenteremo fino alle lacrime"
"Le strapperemo la pelle... " rincararono la dose i coccodrilli.
"E noi faremo a pezzi la sua carcassa" ridacchiarono nervosamente gli avvoltoi.
"Io" tuonò la balena "perforerò i timpani della notte, emettendo ultrasuoni insopportabili."
Ma, dietro questi propositi spavaldi e arroganti, covava la paura.
"Miei buoni amici e devoti sudditi" intervenne il leone (che nella sua maestà autoproclamata si credeva ingenuamente il re degli animali) "io non temo né i mostri né gli spiriti malefici. Comunque, è assolutamente necessario... e in tutta fretta, trovare un mezzo energico per combattere questa oscurità sovvertitrice."
"E se chiedessimo aiuto agli uomini?" suggerì il cane scodinzolando agitato.
La sua proposta suscitò un concerto di dissensi.
"Proprio loro!" intervenne con disappunto il gufo che era considerato un' autorità morale, "basta che quei tipi si intromettano in qualcosa perchè tutto vada a catafascio. Meno li vediamo, meglio è per tutti!"
Uno solo non si era ancora degnato di commentare quella delicata questione. Appollaiato su un ramo, osservava gli astanti, apparentemente immerso in uno stato di noncurante indifferenza.
"Ebbene" gli chiesero gli altri animali "non hai proprio niente da proporre? Questo problema riguarda tutti noi. E? forse troppo futile per sua signoria?"
Il gatto sogghignò e disse:
"O spiriti vuoti e cuori codardi! Il vostro grande dilemma è ben poca cosa in verità. Quando la notte scenderà, basterà chiudere gli occhi e dormire".

La saggezza dei gatti

La saggezza dei gatti - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

In un tempo molto,molto lontano, un tempo così antico che anche le rocce più vecchie non ne conservano traccia, il Creatore di tutte le cose convocò presso di sé le diverse categorie di spiriti che aveva deciso di destinare alla Terra.
A ognuna chiese di formulare il più grande dei suoi desideri, al fine di procedere ad un'equa ripartizione delle specie.
Un buon miliardo di stelle nacquero e morirono mentre i diversi clan ponderavano con cura la delicata questione.
Infine ciascuno espresse la propria aspirazione dando libero sfogo ad ambizioni e sogni.
"Vogliamo l'onnipresenza e l'invisibilità" dissero i primi. Nacquero così batteri,virus e microbi.
"Noi desideriamo la fortuna!"
E presero forma le ostriche perlifere.
"Noi vogliamo soggiogare il mondo".
"Noi chiediamo soltanto la virtù della pazienza."
E vide la luce il ragno.
Taluni vollero l'eloquenza e furono trasformati in pappagalli.
Altri l'alta finanza e il Creatore riempì gli oceani di pescecani.
Altri ancora avevano una fortissima inclinazione alla convivenza sociale, lo pregarono di accordare loro la perfetta uguaglianza.
Furono pecore.
Altre richieste erano venate di poesia.
"Desideriamo diffondere la voce del vento ed imparare l'alfabeto dei fiori."
E le farfalle colorarono i cieli.
"Noi saremo gli eterni amanti della Luna, a lei soltanto intoneremo i nostri canti sconsolati."
Il Creatore generò i lupi.
Alcuni spiriti particolarmente rumorosi e inquieti si alzarono in piedi per pretendere con tono altezzoso
un quoziente intellettuale eccezzionalmente brillante e superiore agli altri.
Malgrado l'arroganza di una simile richiesta, il Creatore si strofinò il suo unico immenso occhio e creò gli uomini.
Rimaneva un po' in disparte un piccolo clan di spiriti stranamente silenziosi che osservavano la scena con un certo divertimento.
"E voi ,che cosa desiderate? Parlate senza timore."
La risposta giunse tra un mormorio soffuso.
"La saggezza, o nostro Signore."
Fu così che apparvero i gatti.

Racconti che fanno le fusa - Julia Deuley

Devo fare una piccola premessa a questo racconto: sono una gattofila. Amo tutti i gatti in ogni loro più piccolo aspetto e per questo quando ho visto questo libro non ho potuto fare a meno di comprarlo.
Non è un brutto libro, ma non tutti i racconti sono piacevoli. Oh alcuni sono molti poetici, altri raccontano di belle leggende sul perchè i gatti si comportino in certi modi, ma alcuni proprio non li ho capiti. 
Dal momento che dopo averlo letto non mi sembra giusto consigliarvelo (e farvi spendere 10 euro per leggere solo alcuni bei racconti) ho deciso di fare una selezione di questi racconti e postarveli. Ovviamente se decideste di leggere il libro potreste trovare che alcuni racconti scelti da me non fossero più belli di altri da me scartati, ma siccome non posso accontentare tutti, vi dovrete accontentare voi! 
E vi prego non ditemi che siete amanti dei cani!

mercoledì 30 maggio 2012

Siccome penso che scrivere solo dei libri che ho letto io sia un po' una perdita di tempo, vi invito a inviarmi commenti sui libri che ho recensito, recensioni di libri che vi hanno particolarmente colpito o anche solo titoli che consigliereste. Spero che accoglierete la richiesta e che questa sia una occasione di confronto tra lettori. Ovviamente potete anche scrivere di libri che proprio non vi sono piaciuti (si, lo ammetto, anche a me a volte piace fare della polemica a gratis!) e libri che non consigliereste per nessuna ragione al mondo. Mi aspetto la risposta di almeno uno di voi, miei carissimi sette lettori (se ci siete).  Ho quasi raggiunto il mio obbiettivo di avere 100 visite (sono a 74, sempre meglio di 2!).
Perciò vi rinnovo la richiesta, condividete il vostro sapere biblico (nel senso di Libro, non di Bibbia, a scanso di equivoci) con tutti quelli che seguono questo blog e con me.
Alla prossima recensione miei sette lettori!

Stabat mater - Tiziano Scarpa

Leggendo recensioni su internet, leggo di molta gente che si chiede come abbia fatto questo libro a vincere.  Io capisco perchè ha vinto il premio strega. Scarpa scrive di Cecilia come se fosse Cecilia, però è un uomo. Ha uno stile tutto suo, frammentato come l' animo della protagonista. Scarpa ammette di essere anacronistico, quindi bisogna prenderlo con le pinze. Ma per il resto secondo me è fantastico, a una maniera di affrontare alcuni problemi estremamente moderni così sottilmente che quasi non ci si accorge
(mi sono accorta che Cecilia era bulimica solo alla seconda lettura). Bisogna capire che il protagonista non è Vivaldi, avrebbe potuto essere un qualunque musicista. La protagonista è Cecilia. E se vi piacciono i libri un po' onirici (ma non troppo) e gotici, questo è un libro che vi piacerebbe. E' profondo, racconta l'anima. Perchè secondo me l'anima non è un pensiero coerente, ma un dipinto, anzi una grande parete piena di tanti murales uno diverso dall'altro, pieno do colori o in bianco e nero, in continuo mutamento e ampliamento. Per descrivere una cosa del genere non ci può essere un pensiero razionale, ma dipinti, quadretti pieni di sensazioni.

L'ora delle streghe - Anne Rice


Cosa dire di questo romanzo? Difficile da descrivere, miei sette lettori. Gotico sicuramente. Sicuramente fuori dal comune. Non ho particolarmente apprezzato "Intervista con il vampiro" ma questo...  questo è tutto un' altra storia.
La complessità del diabolico piano... (di chi?) di Lasher (forse) che si svolge attraverso i secoli è sbalorditivo. 
Rowan Mayfair è stata adottata da una lontana cugina di sua madre ed è costretta a prometterle di non tornare mai a New Orleans, dove vive sua madre e la sua famiglia, il nucleo centrale dei Mayfair. Michael, un architetto originario proprio di New Orleans, cade in mare e viene salvato dalla brillante chirurga Rowan che lo riporta in vita. Insieme alla vita Michael riceve anche il dono di vedere la storia degli oggetti che tocca e una missione, affidatagli da degli spiriti. Michael è costretto a recarsi a New Orleans e dopo poco Rowan infrange la promessa e lo raggiunge per il funerale della madre. Rowan si ritrova con l'intero patrimonio Mayfair a disposizione. Un impero famigliare costruito su saldi legami di sangue e su miliardi e miliardi di dollari, sterline, etc... Insieme al denaro e alla famiglia Rowan eredita anche Lasher uno spirito evocato da una sua antenata che accompagna nelle generazioni le eredi streghe servendole ma in realtà distruggendole. E adesso Rowan affiancata dall' ormai marito Michael e da Aaron, membro del Talamasca, un' organizzazione di persone con poteri speciali che si occupano di seguire le persone con poteri speciali, deve combattere Lasher. Ma vuole veramente combatterlo? E se il nemico fosse molto affascinante e le offrisse il suo sogno su un piatto d' argento?

E alla fine del libro viene da chiedersi: esiste il libero arbitrio o siamo tutti burattini i cui fili vengono tirati dagli spiriti?

martedì 29 maggio 2012

La pietra del cielo - Jack Whyte


Questo è un libro chiave. In realtà è il motivo per il quale è nato questo blog. Io sono un' assidua frequentatrice di QLibri (non è pubblicità, è la verità) e a volte mi piace aggiungere dei libri. Siccome questo non me l'hanno pubblicato, ho deciso di aprire questo blog dove io sceglierò cosa scrivere e non avrò bisogno di una mediazione. In un certo senso sono diventata indipendente! Torniamo al libro. In particolare questo e i suoi seguiti sono difficilissimi da trovare. Ho trovato questo e il secondo ("La spada che canta") in una libreria di usato quando avevo dieci anni. Successivamente mia madre ha comprato l'ottavo ("La donna di Avalon") in edicola. Durante una fiera di paese ho trovato in una libreria il quarto e il sesto ("Il sogno di Merlino" e "Il segno di Excalibur"). Trovati questi due l'anno scorso ho voluto andare in cerca dei rimanti libri, cioè il terzo ("La stirpe dell' aquila"), il quinto ("Il forte sul fiume") e il settimo ("Le porte di Camelot").
Come avrete capito i libri parlano del tema più che sfruttato del ciclo bretone, sapete, re Artù, Camelot, Merlino, Excalibur, etc...
Per parlare di un tema del genere ci vuole veramente qualcosa di nuovo da dire.
Jack Whyte ce l'ha. La leggenda di re Artù la conoscono tutti con dettagli più o meno vari e diversi a seconda della versione conosciuta. Ma se re Artù fosse esistito davvero, ed è possibile, da cosa sarebbe nato il mito? Dico "ed è possibile" perchè in questi libri Merlino non è un mago, Excalibur non è magica e non viene donata da una dama che emerge dalle acque di un lago, Avalon esiste ma non schiude le proprie nebbie con la magia. Certo, non tutto è spiegato ma buona parte si.
Varro si ritira presso la villa di un ex-legionario suo amico, Caio Britannico. Qui si dedica all' arte di fabbricare armi e ricordandosi dell'insegnamento del nonno, anch' egli fabbro, decide di svuotare un lago dal quale estrare una "pietra caduta dal cielo". Il meteorite di un metallo estremamente duro serve a forgiare Excalibur, che assumerà la nomea di magica in quanto inscalfibile. Si passa poi a raccontare la vita di Merlino, nipote di Caio Britannico, e di Uther, nipote di Varro e della sorella di Britannico e figlio del re della Cambria. Mentre Merlino è destinato ad assumere il "governo"di Camulod, la colonia formata dell' agglomerato di ville adiacenti a quelle di Britannico, Uther viene mandato in guerra dove conosce la moglie del nemico dalla quale avrà un figlio, Artù. Uther viene ucciso in guerra e Merlino che lo insegue per...bhe non vi dirò cosa, vi stò raccontando anche troppo... comunque Merlino dovrà occuparsi dell' educazione di Artù perchè diventi il re di tutta la Britannia.

Ancora, ancora forte


Proprio quando pensavo che fosse finita! La scossa di oggi è stata terribile, psicologicamente peggio di quella di domenica. Comunque eccomi di nuovo qui! Miei adorabili sette lettori, voi come l'avete vissuta questa scossa? Anzi no, questa è una domanda scontata, malissimo ovviamente se siete stati colpiti. Io ero a letto che dormivo. Fortuna o sfortuna che io oggi non sia andata a scuola, sinceramente non lo so. Spero che stiate tutti bene! Sono angosciata. Mi sento come dice Grignani in "Sguardi" : "come un' altra foglia / che va finchè il vento voglia".
Come siamo piccoli in confronto al mondo.

martedì 22 maggio 2012

Panta rei - Luciano De Crescenzo

Παντα ρϵι. Panta rei. Tutto scorre.
Questa è la frase che racchiude tutto il pensiero di Eraclito, l'oscuro.
Luciano De Crescenzo in un libro un po' onirico, tra diario, intervista, ricordo, sogno, racchiude la vita e il pensiero di uno dei più grandi filosofi greci.
Non sarà conosciuto come Socrate, Platone o Aristotele, ma dal mio punto di vista è decisamente il più interessante! (E qui si capisce che sono un po' di parte. Io e un mio amico eravamo in "lotta" perchè lui "tifava" Parmenide e io Eraclito. Mi rimetto a voi, miei sette lettori, ma vi sembra uno che dice che non si può pensare il movimento?)
E' un genere un po' strano, che dire della frase incipit del IV capitolo: " Mi chiamo Eraclito e sono nato a Efeso nel 540 avanti Cristo, poco prima della 69° Olimpiade. Dico così perchè così mi hanno consigliato di dire, ma , a essere sincero, non so chi sia questo Cristo di cui tutti parlano: suppongo essere un filosofo nato nel 540 dopo Eraclito".
"Mi hanno messo nel Limbo e vi assicuro che ci stò malissimo. Ho sempre avversato la "via di mezzo" e tutte le sciocchezze dette in proposito dai filosofi dei miei tempi. ... Se c'era qualcuno che meritava l' Inferno, questo qualcuno ero io. D'altra parte, sono o non sono il profeta del Fuoco? E allora, per Zeus, mettemi nel Fuoco!"

Il leone scarlatto - Elisabeth Chadwick

Chi è William Marshall? Non lo conoscete? Bhe non c' è da stupirsene. È un personaggio storico realmente esistito che l' autrice ha deciso di far rivivere con un pizzico di fantasia. L' esempio perfetto di un cavaliere cortese. Forse un po' troppo perfetto! Al suo confronto Enrico II, Riccardo Cuor di Leone, Enrico III, Giovanni Senzaterra impallidiscono un po' troppo. Mai ci fu cavaliere più nobile e leale. Peccato che la sua lealtà sia ceduta al primo che capita non appena muoia il signore precedente. Non avrà voluto crearlo un po' troppo perfetto? È una lettura piacevole tutto sommato ma in alcuni punti non scorre bene. Attenzione alle date perché è pieno si ellissi!

giovedì 10 maggio 2012

Amore lontano - Sebastiano Vassalli

Se vi dicessi "Amore lontano" a cosa pensereste?
A un romanzo rosa?
Magari ad uno di quelli che finisce male?
Sbagliato!
L'Amore Lontano è quello che prova un poeta per la "Poesia" (con la "P" maiuscola) che non riuscirà mai a raggiungere. Quindi si, in fondo è una storia d'amore che finisce male.
Vassalli immagina la vita dei più grandi poeti di tutti i tempi.
Omero, Qohélet (non so come si pronuncia, non sapevo chi fosse finché non ho letto questo libro, ma d'altro canto sono i migliori poeti "secondo" Vassalli.), Virgilio, Jaufré Rudel, François Villon, Giacomo Leopardi, Arthur Rimbaud.
Una lettura veloce e scorrevole, extra-generis.

I promessi vampiri - Beth Fantaskey

Ebbene si! Anche io a volte mi abbandono a simili frivolezze. Attenzione a non lasciarsi ingannare dalle apparenze però.
Cosa fareste se scopriste di essere non solo un vampiro, ma anche di essere promessa sposa ad un ragazzo che non avete mai visto prima? (Stavo per scrivere uomo, ma è un libro adolescenziale, è un po' precoce!). E se il vostro mancato matrimonio scatenasse una guerra (tra clan). Questo è un libro carino che mescola politica e amore. Ha potenziale, sarebbe stato meglio se avesse abbandonato l'amore alla "twilight" (del tipo-ti-voglio-ma-non-ti-voglio) e si fosse dedicata alla politica (trascurando la dannazione delle anime, che non siamo mica nel medioevo!), sarebbe stato qualcosa di più adulto.

La città senza tempo - Enrique Moriel

Vi avevo promesso un libro sui vampiri, miei sette lettori, e questo è un po' barare. Questo libro non parla di un vampiro, ma di una città (d' altronde lo dice anche il titolo).
E' la storia di una città nei secoli vista attraverso gli occhi di un "immortale". Quindi il vampiro c'è. La sua vita legata a doppio nodo a una città, la sua nascita, la sua quasi morte, l' Inquisizione, l' Altro (non vi dirò chi sia perchè non l'ho capito nemmeno io). E' un libro in cui non si capisce molto di bene e male, c'è azione, ma è tutto molto filosofico. Sembra che su di lui gravi una maledizione, quella di non potersi allontanare dalla città anche a costo di autodistruggersi per restarvi, una città che che vive, pulsa, respira e muta.
Per tutti quelli che amano Barcellona. Per tutti quelli che grazie a questo libro l' ameranno per sempre.

Il discepolo - Elisabeth Kostova


Visto la sempre più costante presenza di vampiri nella nuova "letteratura" che si trova in libreria (e visto che ho 16 anni, vuoi non trattare i vampiri?) ho deciso di proporvi tre libri sui vampiri un po' alternativi. 
Partiamo da "Il discepolo" di Elisabeth Kostova. Indicatissimo se amate i vampiri in stile "Dracula" di Bram Stoker, meno se amate quelli che mangiano aglio a colazione, hanno un crocifisso appeso alle pareti, si fanno il bagno nell' acqua santa e quando escono alla luce del sole non bruciano ma sbrilluccicano come bustine di glitter! 
Questa è la storia di una famiglia (madre, padre e figlia) alla ricerca di Dracula. Dovete stare attenti perchè è un po' una matrioska. In realtà è la figlia che va alla ricerca del padre che è alla ricerca della madre che è alla ricerca di Dracula. Per ucciderlo. Perché è stata morsa. E anche la narrazione è a matrioska. L' autrice racconta in prima persona, ma in realtà è tutto un leggere documenti, cartoline, lettere (un sacco di lettere).  Nel complesso carino, da leggere se vi hanno stancato i vampiri in crisi ormonale.
Scusate per la breve assenza ma ho avuto un problema con la connessione a Internet. Spero che i miei cari "sette lettori" siano ancora lì e non abbiano deciso di dare forfait ! Comunque eccomi qui di nuovo pronta a scrivere cosa leggere.
Critiche e commenti sono sempre ben accetti ! (non c' è bisogno che vi dica "sempre nel limite della decenza", vero?)

domenica 6 maggio 2012

Misery - Stephen King

Non penso di aver mai letto un libro del genere! Consigliato solo a persone dallo stomaco forte: la descrizione delle amputazioni ( soprattutto la prima ) fa veramente ribaltare lo stomaco! Paul Sheldon è uno scrittore di romanzi rosa la cui eroina è Misery, personaggio da lui fortemente odiato fino al giorno in cui scrive la sua morte. Ma dopo un incidente stradale si ritrova segregato in casa della sua " fan numero uno " che come è ovvio non gradisce la fine di Misery. Seviziato, torturato psicologicamente e fisicamente sarà costretto a far rivivere Misery. Un libro in cui la morte potrebbe essere preferibile, un libro che tiene con il fiato sospeso e spinge il lettore a cercare una speranza dove non esiste, una salvezza e una lotta contro un dio personale.

venerdì 4 maggio 2012

7 aforismi per i miei 7 lettori

Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via.
Petrarca
Un libro deve essere come un'arma che possa rompere i mari ghiacciati dentro di noi.  
Kafka
Il libro è il percorso di un cammino che non sai dove conduce, ma che quando lo intraprendi, sei certo che vuoi arrivare alle fine.
Anonimo 
Una stanza senza libri è come un corpo senz' anima.
Cicerone
I libri si distinguono perchè sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere.
Hemingway
I libri si dividono in due categorie: i libri per adesso e i libri per sempre.
Ruskin
Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini.
Borges

Il risveglio del Paratwa - Christopher Hinz

Per dimostrarvi che questo blog non tratterà solo di assurdi libri romantici (come potrebbe far presumere il colore rosa sparso un po' ovunque, ma che ci volete fare... di solito non è il mio colore preferito!), miei cari sette lettori, tratterò di un libro di fantascienza. Probabilmente non l'avrete mai sentito e solo pochi l'avranno letto (anche perchè abbastanza vecchiotto). 
Potete leggerlo se :
a- Vi piace la fantascienza
b- Leggendo il titolo vi domandate cosa diavolo sia un Paratwa
Se al punto a dovete provvedere voi, vi posso fornire un assaggino sul punto b.
Un Paratwa è un essere diabolico e crudele creato dai laboratori come guerriero super speciale. 
La novità non sta nell' incredibile forza fisica (già visto), ma nel fatto che questo super-guerriero in realtà sono due. In due embrioni umani viene iniettata una strana sostanza creata in laboratorio che dovrebbe mettere in comunicazione telepatica due individui. In realtà tutto questo è pura teoria perché inb pratica le due menti si fondono ricavando un unico invincibile guerriero che da solo ( o è meglio da soli, ivsto che sono due) riesce a sconfiggere un esercito. I Paratwa a causa della loro invincibilità diventano una minaccia per la razza umana che li stermina. Ma un guerriero viene addormentato, al suo risveglio (in un presente in cui la terra è radioattiva e gli uomini vivono in cilindri nello spazio chiamati colonie) inizia a seminare il terrore. Per cui si decide di risvegliare Nick e Gillian due cacciatori di Paratwa, che li sterminarono nel passato. Ma Gillian ha un segreto...
E qui vi lascio. Se vi raccontassi tutto non ci sarebbe più gusto a leggere il libro!
Un bacio, miei sette lettori.

I pilastri della terra - Ken Follett

Per inaugurare il mio blog, ho deciso di partire con uno degli "immancabili"!
"I pilastri della terra" sono un libro di 1090 pagine, perciò attenzione a coloro che hanno problemi di lunghezza e costanza. E' un libro storico, anche se abbastanza fantasioso e decisamente inventato. E' la storia della costruzione di una cattedrale ( e stranamente il libro è inglese. Dico stranamente perché questo tema è trattato abbondantemente da spagnoli. ) E' una storia d' amore, di intrighi politici e di religiosità. E' la storia di Jack e Aliena, del priore Philip, di Tom ed Helen, di William, di Alfred, di una comunità religiosa attraverso le decadi che per crescere affronta intrighi di corte e amori frustrati. E non vi dico nient' altro.
Leggere per credere, miei cari sette lettori. Un bacio.

Prologo!

Questo è un blog dedicato interamente agli amanti dei libri in ogni sua forma.
Forse non lo leggerà nessuno (mi accontenterei anche solo di "sette" invece che di "venticinque lettori" come Manzoni), ma siccome la lettura è sempre di più in secondo piano vorrei aiutare a ridiffonderla in giro per il web!
Un bacio allora ai miei futuri "sette lettori".