Un uomo trova un dipinto incompleto e inventa la storia dei personaggi rappresentati.
Philippe Ségonzac cavalca da solo quando improvvisamente qualcuno tenta di ucciderlo. Miracolosamente riesce a scappare e si reca a casa del padre. Essendo medico viene chiamato per soccorrere un ferito in una locanda dove alberga un signorotto (stile Don Rodrigo) che è il feritore. Philippe armato di un senso dell'onore altissimo scaccia il signorotto che saputo il suo nome esclama: " Ma come! Voi dovreste essere morto!" (o qualcosa del genere). E' così che Philippe scopre che qulacuno lo vuole uccidere, m non sa perchè. L'inizio è promettente, sembra uno dei soliti gialli storici, di quelli che ogni tanto a piacere leggere, anche se ne hanno già scritti migliaia. La narrazione è scorrevele, ma la trama è così banale che a metà del libro se non avevo ancora capito qual'era il segreto, ero già certa che i fratelli che gli davano la caccia lo facevano perchè lui doveva sapere un segreto che in realtà non sa, e siccome gli danno la caccia questo segreto lui lo scopre.
Questo segreto è poi una cavolata assurda e non si capisce per quale arcano motivo Philippe dovrebbe rivelarlo. I due fratelli (gemelli) fanno parte di una ricca e nobile famiglia francese e il loro segreto è che quello che loro ritengono essere loro nonno è in realtà loro padre. Infatti quello che loro chiamano padre aveva una moglie che era morta di parto insieme al figlio. Nello stesso momento una delle amanti del "nonno" era morta dando alla luce due gemelli. Così sotto consiglio (scherzoso?) del padre di Philippe il "nonno" per non abbandonare i figli e non creare scandalo fa passare i due gemelli come i nipoti legittimi sopravvisuti alla nuora deceduta. Ora la femmina dei due gemelli scopre la verità e ha una brutta sensazione (ebbene sì, è una sensitiva) così ordina al fratello di uccidere Philippe. Per una sorta di fato greco ciò che si cerca di contrastare avviene ugualmente (come Laio che espone Edipo perchè non lo uccida, Edipo viene salvato e lo uccide proprio perchè non sa che è suo padre) e Philippe scopre il segreto.
Libro fortemente sconsigliato; adatto per ricevere una fregatura nel finale.
lunedì 20 agosto 2012
La mandragola - Macchiavelli
Un giovane fiorentino immigrato in Francia sente tessere le lodi di una giovane donna e torna a Firenze per vedere se è veramente bella come gli avevano detto. Vedendola se ne innamora. L' unico problema è che la donna in questione è timorosa di Dio e sposata. Così il giovane elabora un contorto piano, "macciavellico" appunto, per andare a letto con lei. Chiama così il marito di lei spacciandosi per medico e, sapendo che i due sposi vorrebbero avere figli ma non ci riescono, gli propone una pozione di mandragola che però ucciderebbe il primo a copulare con la donna. Devono trovare quindi un uomo e convincerela donna. Il primo di quest problemi è risolto, il falso medico travestito sarà il volontario, mentre la donna viene convinta dal suo confessore corrotto dal marito stesso.
Durante la notte d'amore il giovane si rivela alla donna e le racconta il piano da lui escogitato. Lei decidendo che il marito è così stupido da meritarsi tutte le corna, prende il giovane come suo amante fisso con la promessa però che l'avrebbe sposata se il marito fosse morto (d'altronde è timorata di Dio, ve lo avevo detto!)
"La mandragola" è un opera teatrale pubblicata nel 1524 (l'esatta data di scrittura è incerta). E' scritto in volgare, quindi il linguaggio è un po' arcaico, non venendo da una traduzione dal latino. Il testo è breve, scorrevole e simpatico. Assolutamente consigliato.
Si legge in poco tempo e strappa più di un sorriso.
Durante la notte d'amore il giovane si rivela alla donna e le racconta il piano da lui escogitato. Lei decidendo che il marito è così stupido da meritarsi tutte le corna, prende il giovane come suo amante fisso con la promessa però che l'avrebbe sposata se il marito fosse morto (d'altronde è timorata di Dio, ve lo avevo detto!)
"La mandragola" è un opera teatrale pubblicata nel 1524 (l'esatta data di scrittura è incerta). E' scritto in volgare, quindi il linguaggio è un po' arcaico, non venendo da una traduzione dal latino. Il testo è breve, scorrevole e simpatico. Assolutamente consigliato.
Si legge in poco tempo e strappa più di un sorriso.
I figli della mezzanotte - Salman Rushdie
I figli della mezzanotte sono bambini nati tra la mezzanotte e l'una del 15 agosto 1947 e hanno poteri speciali.
Detto così può sembrare un libro fantastico, quasi adolescenziale.
Bhe non è così. Anzi è tutto il contrario. Non tutti i bambini nati in quel momento hanno poteri straordinari, ma solo quelli nati in India perchè il 15 agosto 1947 coincide con l'indipendenza indiana.
Il protagonista è Salem Sinai, che narra la sua vita a partire dalle origini della sua famiglia. Il libro è esattamente come ci si aspetterebbe di trovare un bazar indiano, caotico, pieno, straripante, pieno di flashback e anticipazioni. E' difficilissimo da seguire ed è difficilissimo da ricordare: a tutti i fatti viene data la stessa importanza.
Per quanto sembri importante l' incontro tra il nonno e la nonna materni di Salem o il primo matrimonio della madre del protagonista, il vero libro inizia con la nascita di Salem. Che scopriamo non essere il vero figlio dei personaggi finora descritti, ma essere stato scambiato nella culla da quella che poi diventerà la sua tata a causa del senso di colpa.
Salem ha il potere di entrare nella mente delle persone e un olfatto che gli permette di percepire le emozioni.
E lo vediamo così in mezzo a ogni genere di avventure, dalla perdita della memoria e l'arruolamento nell'esercito, dal matrimonio con una dei bambini della mezzanotte Parvati-la-strega, all'arresto e all'evirazione ordinata dalla Vedova (Indira Ghandi) per tutti i bambini della mezzanotte affinchè perdano i loro poteri, al ritrovamento della vecchia governante che lo ospita. Qui lui incontra Padma, la sua ascotatrice alla quale fa leggere il libro che sta scrivendo per il figlio che Parvati aveva avuto da Shiva, la nemesi di Salem nonchè il bambino con cui era stato scambiato, di cui Salem si era fatto carico dopo la morte della donna.
Come libro non è un granchè, la storia a grandi linee si capisce ma è farcita da minuscoli dettagli che si riversano sulle pagine e che fondalmentalmente non servono a nulla. Sono impossibili da ricordare tutti eppure dopo un centinaio di pagine rispuntano fuori in relazione a qualche altro dettaglio assolutamente inutile.
Non è il miglior libro che abbia mai letto, non è neanche brutto. E' una via di mezzo, ma non ve lo consiglio a patto che non siate affascinati dall' India.
Detto così può sembrare un libro fantastico, quasi adolescenziale.
Bhe non è così. Anzi è tutto il contrario. Non tutti i bambini nati in quel momento hanno poteri straordinari, ma solo quelli nati in India perchè il 15 agosto 1947 coincide con l'indipendenza indiana.
Il protagonista è Salem Sinai, che narra la sua vita a partire dalle origini della sua famiglia. Il libro è esattamente come ci si aspetterebbe di trovare un bazar indiano, caotico, pieno, straripante, pieno di flashback e anticipazioni. E' difficilissimo da seguire ed è difficilissimo da ricordare: a tutti i fatti viene data la stessa importanza.
Per quanto sembri importante l' incontro tra il nonno e la nonna materni di Salem o il primo matrimonio della madre del protagonista, il vero libro inizia con la nascita di Salem. Che scopriamo non essere il vero figlio dei personaggi finora descritti, ma essere stato scambiato nella culla da quella che poi diventerà la sua tata a causa del senso di colpa.
Salem ha il potere di entrare nella mente delle persone e un olfatto che gli permette di percepire le emozioni.
E lo vediamo così in mezzo a ogni genere di avventure, dalla perdita della memoria e l'arruolamento nell'esercito, dal matrimonio con una dei bambini della mezzanotte Parvati-la-strega, all'arresto e all'evirazione ordinata dalla Vedova (Indira Ghandi) per tutti i bambini della mezzanotte affinchè perdano i loro poteri, al ritrovamento della vecchia governante che lo ospita. Qui lui incontra Padma, la sua ascotatrice alla quale fa leggere il libro che sta scrivendo per il figlio che Parvati aveva avuto da Shiva, la nemesi di Salem nonchè il bambino con cui era stato scambiato, di cui Salem si era fatto carico dopo la morte della donna.
Come libro non è un granchè, la storia a grandi linee si capisce ma è farcita da minuscoli dettagli che si riversano sulle pagine e che fondalmentalmente non servono a nulla. Sono impossibili da ricordare tutti eppure dopo un centinaio di pagine rispuntano fuori in relazione a qualche altro dettaglio assolutamente inutile.
Non è il miglior libro che abbia mai letto, non è neanche brutto. E' una via di mezzo, ma non ve lo consiglio a patto che non siate affascinati dall' India.
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