I figli della mezzanotte sono bambini nati tra la mezzanotte e l'una del 15 agosto 1947 e hanno poteri speciali.
Detto così può sembrare un libro fantastico, quasi adolescenziale.
Bhe non è così. Anzi è tutto il contrario. Non tutti i bambini nati in quel momento hanno poteri straordinari, ma solo quelli nati in India perchè il 15 agosto 1947 coincide con l'indipendenza indiana.
Il protagonista è Salem Sinai, che narra la sua vita a partire dalle origini della sua famiglia. Il libro è esattamente come ci si aspetterebbe di trovare un bazar indiano, caotico, pieno, straripante, pieno di flashback e anticipazioni. E' difficilissimo da seguire ed è difficilissimo da ricordare: a tutti i fatti viene data la stessa importanza.
Per quanto sembri importante l' incontro tra il nonno e la nonna materni di Salem o il primo matrimonio della madre del protagonista, il vero libro inizia con la nascita di Salem. Che scopriamo non essere il vero figlio dei personaggi finora descritti, ma essere stato scambiato nella culla da quella che poi diventerà la sua tata a causa del senso di colpa.
Salem ha il potere di entrare nella mente delle persone e un olfatto che gli permette di percepire le emozioni.
E lo vediamo così in mezzo a ogni genere di avventure, dalla perdita della memoria e l'arruolamento nell'esercito, dal matrimonio con una dei bambini della mezzanotte Parvati-la-strega, all'arresto e all'evirazione ordinata dalla Vedova (Indira Ghandi) per tutti i bambini della mezzanotte affinchè perdano i loro poteri, al ritrovamento della vecchia governante che lo ospita. Qui lui incontra Padma, la sua ascotatrice alla quale fa leggere il libro che sta scrivendo per il figlio che Parvati aveva avuto da Shiva, la nemesi di Salem nonchè il bambino con cui era stato scambiato, di cui Salem si era fatto carico dopo la morte della donna.
Come libro non è un granchè, la storia a grandi linee si capisce ma è farcita da minuscoli dettagli che si riversano sulle pagine e che fondalmentalmente non servono a nulla. Sono impossibili da ricordare tutti eppure dopo un centinaio di pagine rispuntano fuori in relazione a qualche altro dettaglio assolutamente inutile.
Non è il miglior libro che abbia mai letto, non è neanche brutto. E' una via di mezzo, ma non ve lo consiglio a patto che non siate affascinati dall' India.
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