martedì 12 giugno 2012

La chiave della peste - Guido Mascagni

Quando si scrive un articolo (o un saggio) bisogna rispondere a queste famosissime domande:
-Where?
-When?
-Who?
-What?
-Why
-How?
Ecco che mi appresto a rispondere a queste domande.
-Where? E' facile, siamo a Modena. Attenzione però, non è la Modena che crediamo noi. Ci sono stati... beh... diciamo alcuni cambiamenti. Ma questo lo capirete meglio con la prossima domanda.
-When? Quando? Già, quando? Nel 2030. Ed è ovvio che Modena non sia più Modena. Lo stato ha creato una sua linea e azienda che vende qualunque cosa (più o meno come il marchio Coop o Selex, solo che non avete alternative), le strade sono poco sicure, la Milizia può fare quello che vuole e vedere un poliziotto che spara per la strada a un ragazzo è quasi normale. Ma adesso mi sto sbilanciando troppo, queste cose sono pertinenza di un' altra domanda.
- Who? Ulisse Evangelisti, Viviana Artioli Ben Yusuf, Granito Tarentiga, i Beneandanti, Athanasius Kircher, Rodrigo Raskol'nikov.
Certamente questi nomi non vi dicono niente detti così. Permettetemi di illustrarvi più a fondo chi siano:
L'ovvio protagonista (ovvio perchè il suo è il primo nome) è Ulisse Evangelisti, professore all'università dello stato, si reca a Modena per tenere una conferenza sulla peste del 1630.
Viviana Artioli Ben Yusuf è, come di consueto nei romanzi, la casuale compagna di ricerche (e successivamente di vita) del professore sopra citato.
Granito Tarentiga. Attenzione a questo personaggio dal nome e dal comportamento buffo. Sembra sempre inopportuno e fuori luogo e, in effetti, è un po' andato di per sé. Sembrerebbe che il suo unico scopo nel libro sia strappare un sorriso ai lettori o salvare (o anche mettere) Ulisse da (in) situazioni imbarazzanti. Epica, secondo me, la descrizione del Tarentiga che spiega ai suoi allievi (ah si, mi ero dimenticata di dirvi che anche lui è un professore) il 21 canto dell'inferno dando fuoco al cestino del "rusco" e usando i bidelli come diavoli. Ma sto divagando.
I Beneandanti. Ecco qui una specie di setta religiosa (non poteva mancare in un romanzo che si rispetti). I Beneandanti sono coloro che nascono con la cosiddetta "camicia della Madonna" cioè con la placenta. Si diceva che i Beneandanti ogni Ottava di Pentecoste uscissero dal loro corpo terreno e andassero a contrastare stregoni maligni combattendosi a vicenda con bastoni di finocchio (loro) e di sorgo (i cattivoni).
Athanasius Kircher è uno studioso del 1630, fu un Beneandante e scrisse un libro su cosa fosse la peste e come evitarla o guarire. Sarebbe pressoché inutile se non fosse che i moderni Beneandanti lo hanno preso come loro capo spirituale e cerchino di curare la "peste" facendo crollare lo stato.
E ovviamente non poteva mancare lui, Rodrigo Raskol'nikov, il Poliziotto. Lui dà la caccia a tutti i sopracitati senza alcuna distinzione (compreso Athanasius, visto che non sa che è morto da secoli).
-E adesso What? Ulisse passeggia per la strada quando vede morire davanti a se un ragazzo, ucciso dalla polizia. Senza pensarci raccoglie un'oggetto caduto al ragazzo e lo porta con se. In biblioteca incontra una sua vecchia allieva, Viviana, che lo invita a cena. Ulisse mostra a Viviana l'oggetto trovato, una chiavetta USB che scoprono (a loro spese, oserei aggiungere) contenere un micidiale virus informatico.
La casa di Viviana riceve parecchie visite indesiderate (chiama te anche perquisizioni, più o meno legali, a seconda del mandante) così decidono di occuparsi del caso.
-Why? I Beneandanti vogliono far crollare lo stato che sta appestando la popolazione e vogliono farlo con atti di terrorismo informatico. E con una formula contenuta nel libro di Kircher, la formula che dovrebbe contenere la chiave della peste. Solo che non sono mai riusciti a decifrarla questa formula. E chi può riuscirci se non il prof. Evangelisti? Anche se una cosa viene da chiedersi, cosa sarà mai questa chiave della peste?
-How?
A questa domanda non rispondo, dove sarebbe il gusto altrimenti?

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Vorrei aggiungere alcune citazioni dal libro che mi hanno molto colpito. In fondo questo libro è ambientato nel 2030, è stato scritto nel 2005, ed è valido anche adesso nel 2012!

"Ma no, Ulisse, come on! E' un accordo tra persone civili, un contratto fra gentlemen. Io stato ti faccio funzionare bene il meccanismo generale e tu cittadino ti impegni a collaborare onestamente. Come dire: una locomotiva che va avanti solo se due persone ci lavorano, il macchinista e quello che ci spala dentro il carbone. In America vanno in sintonia, qui invece si fa a chi frega prima l'altro: non appena il macchinista si distrae quello del carbone smette di spalare, allora il macchinista dice perchè devo essere io il più fesso e pianta lì anche lui, poi magari si pigliano a badilate. E intanto la locomotiva rallenta,rallenta, rallenta..."

"Responsabilità e senso civico sono la chiave del vivere civile, you know, e il vivere civile è, appunto, civiltà. E la civiltà non la si può imporre dall'alto, deve venire da te, da dentro. E viene solo se hai rispetto per te stesso, perchè il rispetto di sè è anche rispetto per gli altri, la correttezza nei confronti della comunità dei tuoi simili, la dignità civile, il buon funzionamento della locomotiva, anzi, del treno. Per dirla in una parola: onestà. La vera civiltà è questo, mica i soldi o l'immagine. Think about it."

"...ragioni storiche e cattivi esempi dall'alto. Mica ti sto dicendo che gli italiani sono disonesti per natura. Dico qui da sempre, in alto come in basso, vige la legge che, per ridicolo che sia, il tuo problema è sempre più importante di quello del vicino, l'importante è farla franca comunque e alla fine fesso chi paga. E questo, evidentemente, è un fatto culturale. Ma ripeto: la civiltà deve venire dal basso, l'alto non è che un riflesso. Inutile menare il can per l'aia e lamentarsi di come vanno le cose, il potere che governa l'Italia di oggi rappresenta benissimo gli italiani. Tanto è vero che sono stati loro a scieglierselo. Mica c'è stato un colpo d stato o un'invasione."

"...concedi al furbo un'opportunità di progresso e ne farà uno strumento di oppressione, offri alla gente la possibilità di sbarazzarsi della libertà per il proprio comodo e te la regalerà in cambio di un sorriso..."

"Ma è tutta colpa vostra. Furberie, scorrettezze, arrampicate sociali, scuse per non cambiare, immaturità e piagnistei... Il culto della vita facile e senza responsabilità. Molte volte ho pensato di tornare, ma a far che? A consumare la vita in cose come queste? Big deal! Io me ne sto dove sto, dove ottengo rispetto per ciò che sono, valgo e faccio, non per come lo vendo o per l'immagine..."

Tarentiga dixit.