giovedì 31 maggio 2012

Il silenzio degli angeli

Il silenzio degli angeli - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

Quando il Supremo ebbe creato l'immensa orchestra degli angeli, si dovette procedere a una selezione molto delicata, al fine di utilizzare i musici celesti al meglio dei loro rispettivi talenti.
I serafini e cherubini - considerati la più alta espressione della gerarchia angelica - pretesero di dominare con la loro musica le sfere superiori. Altri si sparpagliarono nello spazio, falangi luminose, per cantare eternamente tra il grande sciame delle nebulose, raccogliendo il nettare nel vuoto interstellare. Taluni arcangeli, di umore guerriero e di natura selvatica, lasciarono libero sfogo alle loro percussioni vociferanti e alle loro voci squillanti e selvagge nel cuore di maremoti, terremoti,

(mio commento: ecco non potevano rimanere nelle loro belle sfere celesti almeno questi?)

tornad e tuoni. Molti formavano fiammelle incandescenti, per cantare la gloria del Signore, diffonderne la lode e celebrare il suo splendore fino ai confini del non essere.

(mio commento: chi è questo, Parmenide?)

Alcuni di loro, più modestamente, scelsero le melodie del tempo che scorre, i ritornelli della pioggia e della brezza, lo sciabordio delle onde, il ticchettio dei granelli sulla sabbia, la soave melodia felpata dei fiocchi di neve nel corso dell'inverno, il crepitio della brace e il fischio dell'acqua che bolle nella teiera.
Ci furono anche angeli che presero i loro violini per intonare il triste canto della sofferenza universale, il pianto delle madri, il gemito dei reprobi e le grida dei perseguitati.
Alcuni angeli sbarazzini e un po' birbanti chiesero di dare voce al riso dei bambini. Altri ancora attribuendosi il titolo di angeli custodi composero la melodia delle coscienze, il valzer ritmato del bene e del male.
Un certo numero di angeli, tuttavia, sembravano chiusi in uno strano mutismo.
"Quale spazio volete dunque?" chiese loro il Supremo.
"Quello che si trova tra le note. La musica del silenzio..."
L' Eterno li mandò sulla terra , sotto forma di gatti; le loro ali si aprono in tutta la loro grandezza ogni notte, quando nessuno sguardo umano può sorprenderli.

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