La notte - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley
Una notte oscura e fitta minacciava di scendere sulla terra. Era una di quelle notti terribili, senza luna e senza stelle, assoluta, un abisso senza fine.
All' avvicinarsi di una tale calamità, gli animali delle foreste e delle pianure si riunirono a convegno.
"Ahi noi!" gemettero in coro tutte le piccole creature dei campi: insetti, rane, lumache, lucertole. "Che disgrazia! Che terribile disgrazia... Saremo preda di spettri, silfidi, vampiri e di tutti i demoni e gli orchi che vagano nelle tenebre a caccia di vittime innocenti."
"Io" disse l'elefante, poco convinto "calpesterò tutto al mio passaggio."
"Quanto a me" continuò il serpente "mi lascerò ondeggiare, mi contorcerò, e striscerò via..."
Ma gli mancava il coraggio.
"Peggio per lei" mormorò il ragno. "Io tesserò una tela talmente inestricabile che persino la notte più nera ne rimarrà intrappolata."
"Noi sibilarono le zanzare "pungeremo a caso l'oscurità, scaveremo nella sua pelle e la tormenteremo fino alle lacrime"
"Le strapperemo la pelle... " rincararono la dose i coccodrilli.
"E noi faremo a pezzi la sua carcassa" ridacchiarono nervosamente gli avvoltoi.
"Io" tuonò la balena "perforerò i timpani della notte, emettendo ultrasuoni insopportabili."
Ma, dietro questi propositi spavaldi e arroganti, covava la paura.
"Miei buoni amici e devoti sudditi" intervenne il leone (che nella sua maestà autoproclamata si credeva ingenuamente il re degli animali) "io non temo né i mostri né gli spiriti malefici. Comunque, è assolutamente necessario... e in tutta fretta, trovare un mezzo energico per combattere questa oscurità sovvertitrice."
"E se chiedessimo aiuto agli uomini?" suggerì il cane scodinzolando agitato.
La sua proposta suscitò un concerto di dissensi.
"Proprio loro!" intervenne con disappunto il gufo che era considerato un' autorità morale, "basta che quei tipi si intromettano in qualcosa perchè tutto vada a catafascio. Meno li vediamo, meglio è per tutti!"
Uno solo non si era ancora degnato di commentare quella delicata questione. Appollaiato su un ramo, osservava gli astanti, apparentemente immerso in uno stato di noncurante indifferenza.
"Ebbene" gli chiesero gli altri animali "non hai proprio niente da proporre? Questo problema riguarda tutti noi. E? forse troppo futile per sua signoria?"
Il gatto sogghignò e disse:
"O spiriti vuoti e cuori codardi! Il vostro grande dilemma è ben poca cosa in verità. Quando la notte scenderà, basterà chiudere gli occhi e dormire".
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