mercoledì 30 maggio 2012

Stabat mater - Tiziano Scarpa

Leggendo recensioni su internet, leggo di molta gente che si chiede come abbia fatto questo libro a vincere.  Io capisco perchè ha vinto il premio strega. Scarpa scrive di Cecilia come se fosse Cecilia, però è un uomo. Ha uno stile tutto suo, frammentato come l' animo della protagonista. Scarpa ammette di essere anacronistico, quindi bisogna prenderlo con le pinze. Ma per il resto secondo me è fantastico, a una maniera di affrontare alcuni problemi estremamente moderni così sottilmente che quasi non ci si accorge
(mi sono accorta che Cecilia era bulimica solo alla seconda lettura). Bisogna capire che il protagonista non è Vivaldi, avrebbe potuto essere un qualunque musicista. La protagonista è Cecilia. E se vi piacciono i libri un po' onirici (ma non troppo) e gotici, questo è un libro che vi piacerebbe. E' profondo, racconta l'anima. Perchè secondo me l'anima non è un pensiero coerente, ma un dipinto, anzi una grande parete piena di tanti murales uno diverso dall'altro, pieno do colori o in bianco e nero, in continuo mutamento e ampliamento. Per descrivere una cosa del genere non ci può essere un pensiero razionale, ma dipinti, quadretti pieni di sensazioni.

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