venerdì 1 giugno 2012

Come le rose divennero gatti

Come le rose divennero gatti - da "Racconti che fanno le fusa" di Julia Deuley

Una principessa trascorreva giorni tranquilli in un vasto palazzo dove consacrava la maggior parte del suo tempo ad abbellire e a curare un magnifico giardino in cui abbondavano le essenze più delicate, le spezie più rare e i fiori più lussureggianti.
Un potente mago si innamorò perdutamente della principessa, la cui rara bellezza era resa unica da una virtuosità perfetta e un po' austera.
Per conquistare il cuore di quella giovane crudele, conoscendo la sua passione per il giardinaggio, il pretendente le offrì una superba aiuola di rose. La giovane ne fu abbagliata: ne avrebbe fatto un capolavoro, il pezzo più importante del suo parco floreale. Poichè niente era più soave, più vellutato, più leggiadro e lascivamente profumato di quelle rose.
Ma un tale dono non piegò la sua austera virtù. Ringraziando, congedò cortesemente il mago pazzo d'amore.
Furibondo per essere stato respinto, il taumaturgo ideò contro quella fanciulla intrattabile una terribile vendetta. Facendo uso di temibili poteri, gettò un maleficio sul giardino della principessa.
Con una voce, la cui eco roboante si fece udire al di là delle montagne, disse:
"Che d'ora in poi le rose diventino creature di carne e sangue! Dolci e vellutate come i loro petali! Pericolose e traditrici unghie come le loro spine! Belle da contemplare, ma pericolose da accarezzare!"
Così le rose della principessa ribelle si trasformarono in gatti, che con i loro artigli affilati distrussero le sapienti composizioni floreali del palazzo.
Ancora oggi, nel cuore della notte, nell'ora in cui soltanto ifolli o i poeti insonni vedono l'altra parte del giorno, le rose diventano gatti e lasciano furtivamente i loro vasi, per scorrazzare sulle gronde e perdersi in fantasticherie al chiaro di luna.

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